La prima edizione di Masterchef con il quarto uomo in giuria è anche la più buonista. Le due ragazze finaliste commuovono con le loro storie personali e dividono equamente il pubblico grazie alle loro caratteristiche quasi complementari: Erica, la romagnola mora, è verace e di statura minuta; Alida, la torinese bionda, è statuaria e sofisticata. Ragazza madre la prima, ragazza con passati disturbi dell’alimentazione la seconda. Personaggi che vengono raccontati anche grazie alla presenza in studio dei parenti: decisamente borghesi i torinesi, assai più genuini i romagnoli.
Fuori subito l’unico uomo, Lorenzo, che cade sui 50 ingredienti della minestra di mare, in gara rimangono quindi Alida la bionda ed Erica la mora. La finale di Masterchef 5 si gioca sul menu degustazione, con attimi di suspense legati al dessert e all’abbattitore mal regolato. A menu impiattati ed assaggiati la decisione dei giudici è cosa ardua, lo stesso Cracco dichiara che il livello non è mai stato tanto alto.
Il momento del verdetto finale è giunto, le due finaliste sono in piedi davanti alla giuria, Cracco alza il foglietto e pronuncia il nome di Erica. La vincitrice dell’edizione 2016 è quindi la moretta di Ravenna, detto tra noi, decisamente più simpatica.
Con Erica vince la visione di una cucina legata alla tradizione, che mantiene vivo il legame con la propria terra, che assegna prioritaria importanza alla scelta degli ingredienti (“mi sono portata le verdure da casa, i pomodori, le melanzane, quelle che coltiviamo noi”, dichiara la vincitrice). Certo, una tradizione che viene attualizzata dalle tendenze del momento e che non rinuncia a sperimentare innovazioni, ma comunque una cucina lontana anni luce dall’astratta sofisticatezza che spesso l’alta cucina internazionale propugna.
Ci piace credere che questo ritorno alla veracità e alla genuinità sia una conseguenza anche del peso (considerevole) che la presenza di Cannavacciuolo ha prodotto negli equilibri di Masterchef. La figura dello chef napoletano è stata infatti fin dalla prima puntata il vero plusvalore di questa edizione, che ha guadagnato vivacità e concretezza. Qualità che forse gli altri tre giudici, ormai dichiaratamente star mediatiche, faticavano ad esibire, rischiando di instradare la trasmissione in una direzione troppo fredda e distaccata da un punto di vista emotivo.
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