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Il vino italiano più buono del 2015

27 Luglio 2016
Il vino italiano più buono del 2015
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Cercare in rete quale sia il migliore vino italiano dell’anno può diventare pericoloso per la propria salute mentale. Fermandosi anche solo alle prime due pagine dei risultati di Google si viene travolti da un profluvio di classifiche, stellette, calici, opinioni, giudizi, polemiche, premiazioni, che lascia il lettore medio con una sensazione di stordimento e un cerchio alla testa; tipo un doposbornia da tavernello.

Per rispondere alla nostra curiosità ci è venuta quindi l’idea di cambiare prospettiva e guardare al mercato vinicolo italiano dal punto di vista del primo importatore estero delle nostre etichette più prestigiose: gli Stati Uniti.
Wine Spectator è la bibbia americana degli appassionati di vino e ogni anno invia i suoi redattori in viaggio nei principali paesi produttori di vino per redigere delle pagelle che riscuotono un ampio consenso internazionale. Solo in Italia ben tre redattori hanno viaggiato in lungo e in largo nella penisola, facendo il lavoro più bello del mondo: visitare aziende vinicole e degustare vini.

Il miglior vino italiano del 2015 per Wine Spectator è il Brunello di Montalcino Il poggione annata 2010.

Un risultato strameritato per l’azienda che figura tra le prime nella commercializzazione del Brunello di Montalcino, nei primi anni del ventesimo del Novecento, ed è una delle fondatrici del rinomato Consorzio. La tenuta Il Poggione si trova a Sant’Angelo in Colle (10 km a sud di Montalcino). Le vigne si trovano tra i 150 e i 450 metri sul livello del mare, una variabilità di altitudine che corrisponde anche a una variabilità di condizioni microclimatiche, consentendo una migliore pianificazione della vendemmia e la sicurezza di ottenere, in ogni annata, vini di ottima struttura adatti quindi a un lungo invecchiamento.

La scheda del vino (dal sito: Tenutailpoggione.it)
Uvaggio: 100% Sangiovese
Alcol: 15%
Vigneto: Vigna Paganelli (impiantata nel 1964)
Raccolta: a mano
Tipo di impianto: doppio capovolto
Vinificazione: 20 giorni “a cappello sommerso” in vasche di acciaio inox con lieviti indigeni a temperatura controllata di 25/28 °C. Fermentazione malolattica in acciaio
Affinamento: 48 mesi in grandi botti di rovere francese da 30 e 50 hl, seguito da un lungo periodo di affinamento in bottiglia
Analisi organolettica: colore rosso rubino intenso, all’olfatto è elegante, con aromi di frutta rossa, pelle e note speziate; al gusto è persistente, equilibrato, con un finale lungo e seducente
Abbinamenti: carni rosse, selvaggina, accompagnate da funghi o tartufi, formaggi stagionati

Fonti: Winespectator.com

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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