Piovono le stelle più attese dell’anno, quelle della Guida Michelin Italia 2018 e, tra conferme e delusioni, cala il sipario sulla manifestazione più patinata e seguita da giornalisti, critici, chef ed esperti del settore.L’Olimpo stellato della cucina italiana vede, nella 63esima edizione della Rossa tenutasi a Parma, il trionfo di
Norbert Niederkofler del St. Hubertus a San Cassiano il Val Badia: è lui a conquistare la terza stella Michelin.
Con orgoglio, lo chef ladino mostra la sua nuova casacca con i tre “macaron” e dedica il trionfo alla famiglia, alla moglie Cristina e al figlio Tommaso, ricordando i sacrifici che spesso i parenti di un cuoco devono fare, primo fra tutti il tempo non trascorso in famiglia. Subito dopo il pensiero va alla squadra del St. Hubertus, una squadra collaudata e vincente, composta da una brigata di 30 elementi, che con lo chef oggi festeggia la vittoria.
Guida Michelin Italia 2018: le conferme
La fatidica Rossa conferma tra i migliori ristoranti del Paese, l’Enoteca Pinchiorri di Firenze. Il tristellato ristorante toscano torna a casa con un bottino niente male. Dopo il premio ricevuto dal suo Luca Lacalamita come miglior pastry chef del 2018 (leggi qui l’articolo), Annie Fèolde mantiene la terza stella anche quest’anno, candidando “casa Pinchiorri” nell’Olimpo delle divinità maggiori della cucina italiana.
Tra le grandi conferme della guida Michelin 2018 ci sono anche:
- Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena
- Niko Romito del Reale Casadonna a Castel di Sangro (Aq)
- Massimiliano Alajmo delle Calandre a Rubano (Pd)
- Giovanni e Nadia Santini del ristorante Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio
- Enrico Crippa del Duomo di Alba
- Heinz Beck della Pergola a Roma
- i fratelli Cerea di Da Vittorio a Brusaporto
Le nuove stelle della guida Michelin 2018
Sono 26 le stelle assegnate da “Sua Maestà Michelin” per il 2018, quindi. Oltre al nuovo tristellato Niederkofler, sono da ricordare 22 nuove stelle e 3 “due stelle”, per un totale di 356 stellati in Italia.
Le 22 nuove stelle
- Maurizio Bufi, Villa Giulia di Gargnano
- Adriano Baldessarre, Tordomatto di Roma
- Manfred Kofler, Culinaria a Tirolo
- Luciano Villani, Locanda del Borgo di Telese Terme
- Riccardo Di Giacinto, All’Oro di Roma
- Cristoph Bob, Refettorio a Conca dei Marini a (Salerno)
- Luigi Tramontano, La Serra di Positano
- Alberto Sparacino, Conquibus a San Gimignano
- Umberto Di Martino, Florian Maison a San Paolo d’Argon (Bg)
- Francesco Brutto, Undecesimo Vineria a Treviso
- Andrea Larossa, Larossa di Alba
- Fabrizio Borraccino, Il Poggio Rosso a Castelnuovo Berardenga (Si)
- Andrea Ribaldone, Osteria Arborina nella Langhe
- Marcello Corrado, Osteria Perillà a Castiglione d’Orcia
- Alessio Longhin, Stube Gourmet (doppio premio quindi per lui)
- Matias Perdomo, Contraste a Milano
- Davide Pezzuto, D. One, Roseto degli Abruzzi
- Eugenio Boer, Essenza, Milano
- Donato Ascani e Enrico Bartolini, Glam di Venezia
- Raffaele Lenzi e Andrea Berton, “Berton al Lago”
- Roberto Conti, Trussardi alla Scala di Milano
- Fabio Ciervo, Terrazza a Roma
La doppia stella:
La doppia stella va a tre nuovi principi della cucina, che da oggi possono vantare un primato che spetta solo a 400 nel mondo:
- Alberto Faccani del Magnolia di Cesenatico
- Matteo Metullio, la Siriola a San Cassiano
- Andrea Aprea del Vun a Milano
Il dispiacere per Cracco e Sadler
Il dispiacere di questa edizione della Guida Michelin Italia riguarda la perdita clamorosa della seconda stella per il ristorante Sadler di Claudio Sadler a Milano. Lo chef dimostra grande sportività e comunica che si tratta solo di un incidente di percorso e che il giudizio degli ispettori sarà motivo di impegno ulteriore per la sua squadra.
Altra delusione è quella di Cracco, che perde una stella e, ad incidere forse sulla decisione dei giudici, la scelta del cambio di locale, da via Victor Hugo alla Galleria. Anche il cuoco più famoso del Paese, però, si mostra sereno e pronto a dimostrare il valore del suo locale e della sua squadra.
Un profondo Sud che non brilla di stelle
L’amara constatazione di quest’anno è che il profondo Sud, che pur vanta tra le cucine più apprezzate al mondo e nel Paese, non annovera nessun “posto nel Paradiso della Cucina”.
Nessuna stella piove oltre Salerno e Positano e, la tanto attesa stella per il capoluogo pugliese ancora non si fa vedere. Si sarà sciolta a contatto con l’atmosfera “di festa” di questi giorni trepidanti? O è lì, nascosta da qualche parte, che aspetta soltanto di essere ammirata?